Il Pastry Chef varesino a In Cucina per la Ricerca
Quella tra Fabio Longhin e il cioccolato è una vera e propria storia d’amore! Non poteva quindi mancare la sua Mousse Cotta a “In cucina per la ricerca” e ora Longhin ci racconta la sua interessante storia, ricca di passione.
Come è venuto a conoscenza di In Cucina per la Ricerca?
L’iniziativa mi è stata presentata da una mia cara amica, che una volta appreso della vostra iniziativa ha pensato immediatamente a me e mi ha messo in contatto con il vostro Ufficio Stampa. Da li è nata subito empatia; spesso e volentieri sosteniamo progetti sul sociale, per noi poter partecipare a queste iniziative è fonte di energia, ci da stimoli nuovi. Metterci a contatto con realtà e situazioni a noi sconosciute ha inoltre un forte un valore interiore ed è fonte di arricchimento personale.
La sua è una passione di famiglia: quali sono gli insegnamenti più importanti dei suoi genitori?
La mia attività, la Pasticceria Chiara – Fabio Longhin a Olgiate Olona (VA), è nata nel maggio del 1974 su iniziativa dei miei genitori, un pasticciere e una commessa. La pasticceria è frutto del loro amore, è divenuta una loro estensione, caratterizzata dalla passione, dal rispetto per le matterie prime e dall’ospitalità. Io mi sono inserito sin da piccino, alla fine delle superiori ho intrapreso questa attività e, dal 1 aprile 2009, conduco direttamente la pasticceria, all’inizio affiancato dai miei genitori, da due anni in completa autonomia. L’attività ha quindi assunto un’impronta più vicina alla mia personalità, nel rispetto della tradizione e degli insegnamenti dei miei genitori, ma con lo stimolo della mia curiosità che mi spinge continuamente alla ricerca. Siamo in continua evoluzione! La parola chiave è RISPETTO: intendo quello per le materie prime, per tutta la filiera dall’agricoltore al trasformatore fino a noi, con l’obiettivo ultimo di interpretare la materia trasformandola in un momento di piacere. Mi piace pensare che dietro a quell’attimo ci sia la valorizzazione di una lunga catena fatta da persone con tanta passione.
Cosa l’ha ispirata nel proporre la sua Mousse Cotta?
Il Cioccolato, elemento base per le ricette di In Cucina per la Ricerca, è un elemento che adoro in pasticceria e ha una lunghissima storia. Conosciuto come “il cibo degli dei” è una materia che nasce da una piccola fava di cacao e mi ha sempre affascinato, è un elemento duttile, che si presta alla semplice tavoletta come alla preparazione gourmet. Ho scelto la Mousse Cotta perché è semplice ma con una struttura molto interessante, una creazione che ci permette di avere una parte croccante e una parte fondente; in bocca stimola al primo morso una salivazione con la sua croccantezza esterna, ma l’interno cremoso avvolge tutto il palato. Per gli amanti del cioccolato è come arrivare all’estasi!
Lei fa parte di Pasticceri per la Vita: quanto è importante per lei la solidarietà?
Tutto nacque dal progetto Dolce in carcere. Fu la mia prima esperienza, 5 pasticceri di Varese si unirono per istituire un percorso di re-inserimento lavorativo. L’esperienza creò un’unione molto forte con i miei colleghi e fu lo spunto per la nascita di Pasticceri per la Vita, un’associazione, in continua crescita, che si occupa di dare supporto ad altre associazioni per la realizzazione di eventi.
La solidarietà per me è fondamentale perché mi regala una forte carica emotiva. Donarmi agli altri è un atto che mi rende vivo. È quasi un’equazione, nel dare ricevo molto e non sto parlando di aspetti materiali, è un qualcosa di prettamente spirituale. Sono un pasticciere e creo quotidianamente per i nostri clienti, donando un piccolo momento di piacere. Tutti gli sforzi per arrivare al prodotto sono ripagati nel guardare negli occhi il nostro cliente che si emoziona. Penso sia la stessa cosa con la solidarietà: quando feci il mio ingresso per la prima volta in carcere, parola che da sola mi impauriva, l’emozione fu piuttosto violenta, ma entrare a contatto con quei ragazzi che non aspettavano altro che imparare una professione, vedere i loro occhi attenti ed emozionati nel creare semplici prodotti di pasticceria è stato per me anzi, per noi, un trionfo, culminato con l’emozione della consegna dei diplomi di fine anno. Confesso che quella sensazione è ancora adesso indescrivibile.
Se dovesse rappresentare la solidarietà con una ricetta, cosa sceglierebbe?
Sono impreparato a questa domanda! Penso però che il mondo della pasticceria e quello della solidarietà abbiano in comune una cosa: il potere di creare emozione. Da qui si può partire per pensare a progetti che possano anche raggiungere traguardi concreti!
Grazie a Fabio Longhin! E speriamo che si possano realizzare altri progetti in comune, in grado di creare emozione e sostenere la Ricerca!
Anche se la Pasqua è passata da qualche tempo, mai come quest’anno il suo messaggio di speranza e di rinascita può e deve continuare: la Ricerca non può fermarsi proprio ora! Continuate a rimanere con noi, continuate a sostenere la Ricerca.
Ecco la proposta di Fabio Longhin