Dalla Calabria la storia di Paola. L’appello della madre: “Aiutiamo la ricerca”

Dalla Calabria la storia di Paola. L’appello della madre: “Aiutiamo la ricerca”

Le cure fuori regione, i miglioramenti, l’inizio della scuola, la solidarietà dopo il dolore

Genova, 15 settembre 2021 – “Quest’anno abbiamo fatto il riperduto: tanto mare da fine maggio per nostra figlia che si è divertita insieme al fratellino e ai cuginetti”, racconta Maria, mamma di Paola, sei anni a novembre, che dopo la diagnosi di Neuroblastoma e la risposta positiva alle cure è pronta per la scuola, la prima elementare, al termine di un’estate nuova, di ripartenza, nel segno della fiducia.

Quella di Maria e Paola (nomi di fantasia su volere dei genitori della bambina) è una storia che arriva dalla Calabria. Un’esperienza di malattia e di risposte sanitarie fuori regione che hanno dato risultati: “Paola ha risposto bene alle cure e adesso deve tornare al ‘Gaslini’ per le visite di controllo ogni tre mesi per i prossimi due anni; poi i tempi tra una visita e l’altra dovrebbero allungarsi”, dice questa madre che lancia un appello: “La ricerca scientifica è fondamentale e va sostenuta. Io ho fatto la mia parte, e continuerò a farla per quanto mi è possibile”, afferma Maria richiamando “i tanti passi in avanti della ricerca rappresentati per esempio dal ruolo dell’immunoterapia in questi ultimi vent’anni”.

articolo immagine Paola e MariaLa testimonianza di Maria parte da agosto di due anni fa. Siamo in una spiaggia vicino a Soverato, località conosciuta come “perla dello Jonio, nel Catanzarese. Paola è con la nonna quando a un certo punto la stanchezza osservata in quei giorni nel modo di camminare della bambina si fa più evidente; per non parlare poi della pancia dolorante e gonfia più che mai. Da qui la corsa all’ospedale di Soverato, una prima ecografia che mostra una massa pari a sedici centimetri di diametro, e poi un’altra ecografia e altri consulti in un secondo ospedale, a Catanzaro. Nel giro di un giorno la decisione di portare Paola al “Gaslini” di Genova su consiglio degli stessi medici che suggerivano il centro specialistico ligure o l’altra struttura specializzata più vicina, a Catania.

All’istituto “Giannina Gaslini”, Maria viene sottoposta a diversi trattamenti come da protocollo: chemioterapia, autotrapianto delle cellule staminali, intervento chirurgico, radioterapia, immunoterapia. “La difficoltà è che la tua vita viene stravolta da un giorno all’altro; in quel periodo ho lasciato il lavoro e mio marito si è messo in aspettativa. Non è stato facile, ma ce la siamo cavata, anche con l’aiuto fondamentale della nostra famiglia, per esempio delle nonne di Paola che salivano a turno dalla Calabria e di mio cognato che ha lasciato il suo lavoro e gli studi a Roma per venire a Genova e fare compagnia a noi e ai nostri figli”, racconta Maria a proposito di quel periodo in Liguria terminato a ottobre scorso.

Di quei momenti Maria ricorda anche “il sorriso di Paola quando ha visto arrivare le uova pasquali dell’Associazione Italiana per la Lotta al Neuroblastoma” donati ai bambini del reparto in cui sua figlia si trovava per il suo primo ciclo di immunoterapia. Sorrisi che l’anno successivo Maria ha voluto dare anche ad altri bambini donando loro altre uova solidali nell’ambito della campagna di Pasqua promossa dall’associazione.

Ora Paola è pronta a vivere la sua prima esperienza a scuola. “Un po’ d’ansia c’è sempre – scandisce Maria – ma si ava avanti con fiducia e cerchiamo di far vivere a nostra figlia più cose possibili. Del resto, Paola è una bimba saggia: parla della malattia, conosce il perché degli esami e delle cure fatte; la sua forza è anche la nostra forza”.
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A cura di Francesco Ciampa, giornalista, ufficio stampa Associazione Italiana per la Lotta al Neuroblastoma; telefono cellulare 338-9988070