Valeria Ruggeri, una mamma che ha scelto di dedicare tempo ed energie alla solidarietà

Sono una mamma che un anno fa ha toccato con mano la sofferenza; quella sofferenza impotente che tante mamme hanno attraversato quando i loro bambini si sono ammalati, così come si è ammalata la mia piccola Vittoria.

A un mese dalla sua nascita Vittoria ha smesso di fare pipì. Da quel momento la nostra strada è andata in salita. Siamo stati ricoverati immediatamente in un ospedale vicino a casa, ma mio marito e io abbiamo capito che la questione era molto seria e ci siamo subito informati per trasferirci, il prima possibile, nel miglior istituto di cura. Fortunatamente il padrino di battesimo della nostra Vittoria aveva il contatto di un medico dell’Ospedale Gaslini e, in preda al panico, abbiamo composto il numero.

Dopo cinque minuti ci ha messi in contatto col dottor Alberto Garaventa. Siamo partiti per Genova all’istante con la piccola Vittoria, di soli quaranta giorni. Siamo stati ricoverati in oncologia pediatrica: mia figlia era affetta da un Neuroblastoma. In quel reparto abbiamo conosciuto medici eccezionali: oltre al dottor Alberto Garaventa, il dottor Massimo Conte, la dottoressa Loredana Amoroso, la dottoressa Carla Manzitti e moltissime altre persone che si prendono amorevolmente curadi piccoli pazienti che mai dovrebbero entrare in quei reparti. Abbiamo conosciuto le infermiere Cristina e Clara, donne dolcissime che ci hanno sempre supportato e sopportato.

Abbiamo affrontato quattro chemioterapie e un intervento rischioso, ma con l’amore del Signore, che ha saputo tenerci la mano, e con l’amore di tutto il reparto ne siamo usciti vittoriosi!

I primi giorni sono stati infiniti, ricordo che avevo la sensazione di vivere in una dimensione parallela, con la speranza che qualcuno mi svegliasse per rassicurarmi del fatto che fosse solo un brutto sogno. Giorni lunghissimi in cui cercavo conforto nei genitori che, come me, vivevano questa terribile esperienza.

È stato in uno di quei momenti, che ho conosciuto l’Associazione Italiana per la Lotta al Neuroblastoma. Ero seduta con il mio dolore nella stanza genitori del reparto di oncologia e lì ho visto la rivista. Ho letto storie tristi di bambini che non ci sono più, di bambini andati in cielo; ho letto testimonianze di genitori che hanno raccontato storie a lieto fine e sono state quelle che mi hanno dato la forza di lottare, perché chi non vive questi dolori non può capire cosa significhi.

Per noi è stata una terribile esperienza a lieto fine: oggi Vittoria sta benissimo; da agosto 2017 effettua i controlli ogni 4 mesi.

Oggi prego Dio; chiedo la salute per mia figlia e che tutto questo sia stato per lei solo un brutto ricordo. Oggi prego Dio affinché tutti i bambini stiano bene e chiedo la salute per loro, chiedo che tutto possa essere per loro un brutto ricordo. Oggi DONO, alla ricerca, perché la preghiera non basta, perché i medici hanno bisogno di DONAZIONI per studiare e per investire sulla ricerca, affinché possano guarire tutti i bambini non solo Vittoria!

La vittoria della mia Vittoria deve essere la vittoria di tutti i bambini.Se tutti donassimo, anche poco, si potrebbero fare altri passi da gigante. Ci sono medici che donano la propria vita, giorno e notte, per la ricerca ed ègiusto che la nostra solidarietà aiuti loro a far sì che la ricerca possa progredire e migliorare.

Mi sento di lanciare un appello a tutti chiedendo un piccolo aiuto affinché altri genitori possano raccontare storie a lieto fine come la mia.